E tutti stanno diventando grassi

Fotografie di Henry Diltz

Cass Elliot era, per dirla con Graham Nash, la Gertrude Stein del Laurel Canyon. Così si riprende anche il paragone tra la scena artistica della Parigi anni venti e la California di fine anni sessanta che sovente è stato fatto.
Quando Nash arrivò in California, Mama Cass –
née Ellen Naomi Cohen – aveva già avuto un enorme successo con i The Mamas and the Papas e la sua voce straordinaria era stata fondamentale per esempio in ‘California Dreamin’’ o in ‘Monday, Monday’.
Il verso “and no one’s getting fat, except Mama Cass” della loro ‘Creeque Alley’ oggi probabilmente scatenerebbe accuse di “body shaming”: Cass era alta circa un metro e sessantacinque e pesava più di cento chili. Lei sapeva bene cosa le persone pensavano vedendola, sarebbe ingenuo negarlo come continua a fare Mama Michelle (bella forza, lei con quell’aspetto da attrice di un film di Polanski). Anche nel lottare contro i luoghi comuni e le cattive abitudini, sconfiggendoli quando nello spettacolo quasi nessuno l’aveva fatto, sta la forza della sua breve, purtroppo, vita e carriera.
In effetti, proprio la presenza di quella ragazza grassa differenziava del tutto la band da altre attive in quel periodo, chiaramente non erano una risposta a Peter Paul and Mary nonostante i desiderata di Papa John Phillips, autoproclamato capo della band, forte della sua educazione militare e dello spirito imprenditoriale.
Proprio Cass, che all’inizio gli altri manco volevano, divenne la più nota e famosa dei quattro: il suo carisma emerse tanto per la magnetica presenza scenica quanto per lo straordinario canto da contralto.

Cass Elliot era, appunto, la Gertrude Stein del Laurel Canyon: molte fotografie che ritraggono i protagonisti di quella magica scena furono prese a casa sua. Chez Elliot iniziarono a trovarsi Crosby, Stills e Nash. Nel famoso scatto di Henry Diltz in cui Clapton guarda la mano sinistra di Joni Mitchell cercando di capire cosa diavolo stesse suonando, la bambina in primo piano è Owen, la figlia di Cass. Che nel frattempo aveva fatto un’altra cosa di grande coraggio, specie per quell’epoca: aveva una carriera di successo e intanto era una madre single – e lo era così tanto che sua figlia venne a sapere chi fosse il padre solo dopo decenni.

Cass Elliot con la figlia Owen sulla sua Norton Commando

Fu Cass Elliot a lasciare The Mamas and the Papas, che si sciolsero già nel 1968 dopo meno di tre anni di una carriera con straordinari successi. Si sentiva pronta per fare la solista, tra alti e bassi – e pericolose diete che incisero sulla sua salute –  arrivò al 1974. Ottenne un ingaggio per quindici giorni al Palladium di Londra, finalmente un momento di svolta per la sua carriera.
Dopo l’ultimo spettacolo le fecero una standing ovation, telefonò piena di gioia a Mama Michelle Phillips, e scrisse una dolcissima lettera a sua figlia “Owenski” (così la chiamava) che aveva sette anni.
Cass Elliot morì nel sonno a Londra, sola. Doveva ancora compiere trentatrè anni. Il suo cuore non resse. Per tanto tempo è circolata la leggenda che l’avesse soffocata un sandwich al prosciutto, ma non è vero. Vera, invece, la sorta di maledizione di quell’alloggio al 9 di Curzon Place nella zona di Mayfair. Lì morirà pochi anni dopo anche Keith Moon, batterista di The Who.

Finalmente Cass Elliot ha avuto la sua stella sulla Walk of Fame di Hollywood. Alla cerimonia c’erano un po’ di reduci, John B. Sebastian – lui pure citato in ‘Creeque Alley’ -, Stephen Stills, Mickey Dolenz, il fotografo Henry Diltz. C’era Mama Michelle Phillips, è rimasta solo lei della band. E c’era naturalmente Owen Elliot-Kugell, che molto si è battuta per questo riconoscimento alla madre persa troppo presto.